Per le pochissime persone che non lo sapessero , Anna Wintour è la direttrice di quella che è considerata la più autorevole rivista di moda statunitense e mondiale, Vogue (anche se si sussurra che a breve lascerà il timone della baracca dopo trent’anni di lavoro).
Personaggio diventato super famoso dopo che una strepitosa Meryl Streep la interpretò, si dice in maniera rigorosa, ne Il Diavolo veste Prada.
Ma oggi più che parlare del personaggio, vorrei raccontarvi del suo giardino.una tenuta di 40 acri, romantici, selvaggi e tortuosi.
Nelle vicinanze degli Hamptons, lontano dai luoghi famosi e affollati e dalle bianche spiagge, sorge questo giardino i cui protagonisti principali sono l’erba alta e vecchi ciliegi.
A prima vista sembra un giardino dimenticato a stesso, non curato.
In realtà tutto è studiato a tavolino e a sovraintendere ad ogni cosa ci pensa la ricercatissima Garden Designer Miranda Brooks.
Miranda, nata e cresciuta in Inghilterra negli anni ’90 ha conseguito una laurea in storia dell’arte presso il Courtauld Institute of Art, poi una laurea in architettura del paesaggio presso l’Università di Birmingham, ed infine è diventata apprendista garden designer per la famosa Arabella Lennox-Boyd, perfezionista che le ha insegnato come essere una paesaggista di grande vedute.
Il primo lavoro che gli fu affidato fu proprio la creazione di un giardino in città per Anna Wintour.
Da lì iniziarono tanti incarichi per vip e non, ma nel suore Miranda porta sempre questo giardino..
…la spina dorsale, dei miei giardini americani.
Un giardino dallo stile romantico, bucolico, ai margini di selvaggio, quasi casuale – lunghi prati di erba intrecciati con sentieri tagliati e modellati dagli alberi da frutto, pergole coperte di viti, porte rustiche e piante autoprodotte (quelli i cui semi atterrano dove capita) : un giardino semplice, a prova di cervi e caprioli, ma al contempo studiato per ricreare ambienti e angolazioni da assaporare in ogni stagione.
Contro le regole, si presenta come un giardino senza sfarzi ( nessuna ortensia per esempio) ma ricercato nella semina dei prati, nella scelta di piante e bulbi non amate dai caprioli.
Nessun agglomerato di piante ma grandi spazi aperti dominati da un singolo albero, in cui i toni del verde ne sono padroni.
Il cottage è immerso nel verde, le rose si arrampicano un po’ ovunque, insieme al glicine e a cespugli di achillea, basilico, aneto e rosmarino.
Non mancano nè la piscina nè il campo da tennis , ma sono realmente immersi e circondati da ettari di erba alta e alberi di meli.
Creato e curato da oltre vent’anni, questo giardino è diventato una culla di carpini, tigli, bossi,achillea, rose,peonie e salvie.
Un’oasi di pace serenità e semplicità.
tratto da un articolo di The New York Times
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